Ne esistono di diverse forme, dimensioni e colori, meravigliosamente semplici o incantevoli opere d’arte: stiamo parlando del Samovar, un particolare strumento usato nella preparazione del tè.
La sua storia è molto interessante, la sua origine è oggetto di numerose controversie. Tradizionalmente diffuso in Russia, Iran e nei paesi del Medio Oriente da più di trecento anni, è però la Russia il paese che ancora detiene il primato di utilizzo e ne rivendica la maternità.
Nato come oggetto puramente artigianale, e quindi riservato ad un’élite molto ristretta di individui benestanti, dal XVIII secolo inizia ad essere prodotto in serie da Fedor Lisitsyn, un fabbricante di armi sovietico. Da quel momento il samovar diventa un oggetto di uso comune nelle case, tanto da diventare indissolubilmente legato alla tradizione popolare russa.
Grandi della letteratura come Tolstoj, Čechov e Dowstoevskij lo hanno spesso citato nelle loro opere. Era presente un samovar anche sulle carrozze di prima classe dei treni, per ristorare i viaggiatori durante la lungatratta transiberiana.
La struttura consiste principalmente in due parti. La teiera dove si prepara lo zavarka, un tè molto concentrato e il serbatoio metallico che contiene acqua sempre bollente (in russo kipjatok), che serve a diluire la bevanda a seconda del proprio gusto.
I samovar moderni funzionano ad elettricità e scaldano l’acqua utilizzando una resistenza all’interno del serbatoio, scaldando indirettamente anche la teiera tramite il vapore prodotto dall’acqua che bolle. Quelli più antichi invece, utilizzavano un cilindro metallico riempito di carbone per mantenere l’acqua sempre calda.
Nella tradizione russa il samovar rappresenta una sorta di focolare domestico, e per questo motivo viene tradizionalmente regalato agli sposi per le nozze. È il punto della casa in cui la famiglia si riunisce e passa il proprio tempo libero insieme. La sua manutenzione è indicativa dell’ospitalità del padrone di casa, tenerlo sempre pulito e ben lucidato dimostra grande accoglienza e rispetto nei confronti degli ospiti.
Il samovar, con il suo rituale di preparazione, rimane ancora oggi un metodo per gustare una tazza di tè in maniera originale e un buon modo di prendersi un po’ di tempo per sé stessi, godersi il momento e rilassarsi.
Nei nostri studi pilates e yoga è presente un samovar nella zona di accoglienza, tu l’hai mai provato?